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UE: Proposta di Regolamento che vieta la distruzione di prodotti invenduti

31/05/2023

Lo scorso 22 maggio il Consiglio europeo ha commentato la proposta di Regolamento che istituisce un quadro per l’elaborazione di disposizioni inerenti alla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili. Il Regolamento in parola sostituirà la Direttiva 2009, attualmente in vigore, ampliando i requisiti di sostenibilità ambientale per quasi tutti i tipi di merce immesse sul mercato dell’UE stabilendo norme in materia di trasparenza e divieto di distruzione dei beni di consumo invenduti. Ad oggi, la Direttiva 2009/125/CE sulla progettazione ecocompatibile stabilisce i requisiti in materia di efficienza energetica in relazione a 31 categorie di prodotti; la nuova proposta mira, invece, ad estendere l’ambito di applicazione della disciplina includendo ulteriori requisiti tra cui la durabilità, la riutilizzabilità, la possibilità di miglioramento, la riparabilità dei prodotti, l’efficienza energetica e il riciclaggio.

Il Regolamento intende, pertanto, introdurre un “Digital Product Passport” che consenta di agevolare la circolazione di tali prodotti sul mercato unico. A tal proposito, il Consiglio definisce il ruolo della Commissione, degli Stati Membri, dell’industria e di altre parti interessate nell’elaborazione delle future specifiche per la progettazione ecocompatibile.

L’obiettivo del Regolamento è, dunque, quello di porre un freno alla crescente tendenza delle imprese – in particolare, con riguardo al mercato del fast fashion e dell’e-commerce – di produrre, importare e infine distruggere merci di varia natura senza che le stesse siano mai state, di fatto, utilizzate; pratica quest’ultima che produce gravi conseguenze per l’ambiente. I destinatari di tale disciplina sono, invero, i prodotti tessili, le calzature e l’abbigliamento; rimangono, invece, esclusi i veicoli a motore.

Tale Regolamento prevede, da ultimo, un’esenzione di 4 anni per le medie imprese nonché un’esenzione generale per le piccole e microimprese.

Tuttavia, ai fini dell’avvio dei negoziati tra la Presidenza del Consiglio e l’Organo Parlamentare, è necessario attendere la posizione che il Parlamento europeo adotterà con riguardo al citato provvedimento.

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