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Accordo raggiunto per il debito americano. Quindi è tutto ok?

29/05/2023

Inizia oggi una settimana importante per i mercati finanziari dopo le tensioni delle precedenti. I timori per il rischio di un mancato accordo sul debito americano ha fatto si che i mercati mondiali si siano mossi in modo isterico.

Se guardiamo agli USA L’S&P500 dopo i ribassi di martedì e mercoledì, che hanno fatto per un istante temere il peggio, ha recuperato venerdì per ritestare la zona dei massimi recenti. Ancora lateralità, comunque.

Il Nasdaq dal canto suo,si è lanciato verso massimi ben superiori a quelli di agosto dello scorso anno e con una figura che sembra solo guardare il cielo. 
Di sicuro, quello che è avvenuto e che potrebbe contribuire a cambiare il clima è che il 26 maggio i mercati americani hanno ripreso ottimismo e hanno di fatto trainato il recupero dei mercati successivi al loro fuso orario.

Osservando il resto del mondo, in particolare l’estremo Oriente, l’Hang Seng di Hong Kong e lo Shanghai Composite hanno toccato i minimi relativi di periodo, e il Nikkei giapponese i massimi degli ultimi 33 anni. Il Nifty indiano ha rotto le resistenze di breve andando a posizionarsi sopra il massimo del 15 dicembre scorso. L’Australia invece con l’ASX è andata in direzione opposta toccando i minimi delle ultime 8 settimane. 

In Europa, il Dax, dopo il massimo storico segnato venerdì 19 maggio, è sceso per tutta la settimana, recuperando venerdì 26 maggio una parte del terreno perduto, riaffacciandosi a quota 16.000.
Lo SMI svizzero ha seguito sostanzialmente le orme del Dax, mentre l’AEX olandese ha anticipato di un giorno il recupero raggiungendo il 26 imassimi della settimana precedente. 

La scorsa settimana mentre l’agenzia di rating Fitch minacciava di intervenire sul rating del debito americano, mercoledì la Yellen aveva annunciato una provvidenziale proroga del suo ultimatum al 5 giugno, per consentire ai politici di trovare un accordo “last minute”, pur ribadendo il rischio default per gli Stati Uniti. 

Nelle primissime ore del mattino di domenica finalmente è arrivata la tanto attesa notizia dagli Stati Uniti: Biden e McCarthy in conferenze stampa separate hanno annunciato il raggiungimento di un accordo di massima sull’innalzamento del tetto del debito. Adesso dovrà passare infatti dalle due camere americane e questo richiederà tempo almeno fino a venerdì 1 giugno.

Adesso Biden e McCarthy, dovranno affrontare le ali più intransigenti dei loro partiti.
Certamente, il compromesso avrà lasciato importanti lacune dall’una e dall’altra parte, nulla quindi è ancora certo: anche se un passo avanti verso il superamento dello stallo è stato sicuramente fatto.


Alla luce di queste vicende le nostre stime sui tassi americani sono di un probabile periodo di stabilità, manon di flessione, per tutto il 2023. 
Questo discende da una valutazione di solo parziale corrispondenza delle situazioni del passato rispetto alla lotta all’inflazione. I tassi, infatti, dovrebbero arrivare al livello dell’inflazione effettiva per avere successo
Se i tassi invece dovessero aumentare ancora, la necessità di esborso da parte della FED per comprare al prezzo nominale i titoli di stato in pancia alle banche, per evitare il loro fallimento, diventerebbe troppo elevato. 

La stabilizzazione dei tassi può essere un segnale almeno temporaneamente positivo per le borse (anche se l’aspettativa dei mercati osa arrivare a pensare ad un calo a fine anno, a cui noi non crediamo).
Per aprire la strada ad un tendenziale rialzo più convinto del mercato, dobbiamo superare l’incertezza derivante dall’innalzamento del tetto del debito.

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